MOTIVAZIONE DEL PREMIO “PANNUNZIO” 2016 AD ALAIN ELKANN

Giornalista e scrittore, docente universitario, collaboratore di autorevoli riviste e istituzioni internazionali, è noto al pubblico italiano per le sue magistrali interviste su “La Stampa” e per le interviste televisive ad Indro Montanelli; di formazione cosmopolita, è nato e vissuto negli USA e si è laureato in giurisprudenza all'Università di Ginevra. Il suo nome è anche profondamente legato a Torino e al ricordo della mamma, Carla Ovazza, che per molti anni, fu partecipe alle attività del Centro "Pannunzio". Apprezzato saggista, biografo di Alberto Moravia, particolarmente interessato al dialogo interreligioso - ne fanno fede libri come Essere ebreo composto in collaborazione col rabbino Elio Toaff, Essere musulmano e Cambiare il cuore - di cui fu coautore il cardinal Martini - si è cimentato nei più disparati generi letterari, come il saggio artistico­biografico La voce di Pistoletto e i molti romanzi tra cui il più recente, Il fascista. Tra le onorificenze ricevute va citata la Legion d'Onore.

Vincitore del “Cesare Pavese” e di altri prestigiosi premi, presiede la FIAC (Foundation for Italian Art and Culture) e, come primo presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, è stato l'iniziatore della rinascita a nuova vita del Museo

Il Premio “Pannunzio” gli è conferito come riconoscimento del suo straordinario talento di scrittore e delle sue qualità di brillante e libero giornalista, esperto nei più disparati campi della vita politica, sociale e culturale, impegnato in tutte le battaglie per la difesa dei valori della democrazia e della tolleranza.

 
ALAIN_ELKANN_561